Orologi, distributori automatici e insegne pubblicitarie

Oltre la monumentalistica, tra i progetti irrealizzati ne La Città che non c'è spiccano invenzioni e dettagli, tentativi di abbellire una strada o di modernizzare le abitudini quotidiane.

Alcuni tra i più curiosi risultati di questa ricerca non riguardano solo concorsi per la sistemazione e il rinnovamento di luoghi nevralgici della città. Se fino ad ora abbiamo osservato, perlopiù, proposte architettoniche ambiziose e dai costi spesso proibitivi, la ricerca compiuta in Cittadella ha rivelato invenzioni di carattere estetico, pubblicitario e pratico che mirano a modificare leggermente ma significativamente la vita di ogni giorno.

Risale al 1932, per esempio, una pratica che ha per protagonista la società Ora elettrica, attiva a Milano negli anni Venti e Trenta. Proposta dell'azienda sono delle modernissime colonne luminose da adibire a spazi pubblicitari. Vengono presentati in totale due modelli, Alfa e Beta, che colpiscono la curiosità dell'osservatore per essere autentici gioielli di disegno progettistico. A valorizzare i bozzetti, infatti, è il lato puramente estetico: sono raffigurati alcuni dei marchi e degli slogan più in voga dell’epoca, talvolta simili a quelli tuttora esistenti, mentre intorno alle colonne, cinta da aiuole fiorite, si fermano incuriositi una madre con un bambino e un sacerdote.

I prototipi, per i quali era pensato un gioco di luci che potesse attrarre l’attenzione del passante, vennero respinti proprio per questa ragione: avrebbero, secondo gli organi giudicanti, distratto la guida degli automobilisti.

La stessa società, nei medesimi anni, presenta anche alcune proposte per un orologio effettivamente apposto sotto Arco Orefici, nei dintorni di piazza Duomo. Anche in questo caso, tuttavia, quello conservato in Cittadella degli Archivi è un modello diverso da quello scelto.

Da segnalare è, infine, la proposta di un giovane inventore, Carlo Garagiola. Reduce della Grande Guerra, il laureando milanese presenta a Palazzo Marino il protoripo di un distributore automatico di giornali, allegando due interessanti testimonianze grafiche. Alla relazione viene aggiunta una lista di cinque luoghi dove, a detta dell'autore, sarebbe opportuno porre il marchingegno, del quale si assicurano affidabilità e gusto estetico. Inizialmente accolta, l'invenzione viene poi abbandonata dall'amministrazione, lasciando solo due immagini e la lettera di Garagiola.

 

Nella prossima sezione puoi osservare tutto il materiale grafico dell'Ora Elettrica e di Carlo Garagiola conservato il Cittadella degli Archivi.

Dove sarebbero? I progetti irrealizzati e la loro collocazione.

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