La vita a Milano: una corsa senza fine

Nei primi decenni del Novecento, quello del trasporto urbano è già, a Milano, un problema nevralgico. Tra gli anni Venti e Trenta, due ingegneri si impegnano a proporre soluzioni.

A Milano, la necessità di inaugurare il trasporto metropolitano è, già all’inizio del secolo, un'esigenza ben presente agli ambienti amministrativi. In Cittadella degli Archivi sono conservati due progetti risalenti alla fine degli anni  Venti e all'inizio degli anni Trenta.

Non è corretto, a dire il vero, parlare di due metropolitane. Almeno una delle idee che giungono a Palazzo Marino ha caratteristiche molto diverse da ciò che siamo abituati ad immaginare quando parliamo di "metropolitana". 

Si tratta del curioso progetto dell'ing. Emilio Belloni: l'opera consiste nella costruzione di un tunnel sotterraneo, attraverso un tratto che, da Largo Cairoli, raggiunga il Verziere passando lungo il lato nord di Piazza Duomo. All'interno di questo tunnel, tuttavia, non è previsto lo spostamento dei vagoni a noi noti, bensì di un nastro trasportatore! Una specie, in altre parole, di tapis roulant  equipaggiato con comodi sedili. L'utente non deve fare altro che salire a bordo della pedana ed accomodarsi, lasciandosi trasportare lungo il tragitto che unirebbe, nelle intenzioni di Belloni, due linee tranviarie della città. Il nome del progetto, eloquente, è "Treni senza fine", a sottolineare il moto perpetuo dello speciale nastro. Pare, dal carteggio presente nella pratica, che l’idea non dispiaccia a Palazzo Marino, che rinuncia a procedere una volta valutati costi e disagi legati agli scavi.

A parte di questi disagi cerca di fare fronte, pochi anni dopo, una proposta molto più simile al nostro concetto di metropolitana. Nella speranza di ridurre al minimo l'impatto dell'opera sulla viabilità cittadina, l'ingegnere Alberto Vidali propone una metropolitana "sostenibile": l'idea è quella di evitare tunnel e grandi scavi, e di sfruttare, piuttosto, un tratto del letto del Naviglio, il quale verrebbe deviato all'interno di due cisterne laterali. Oltre a questo accorgimento tecnico, il progetto di Vidali si presenta molto più ambizioso rispetto a quello di Belloni, coinvolgendo un tratto che, percorrendo l'intera cerchia dei Navigli, raggiunga la nuova Stazione Centrale. Sono (forse) le dimensioni del progetto, anche se poco ci dicono le pratiche, a indurre il comune a rigettarlo.

La due proposte offrono un'idea, così simile a quella della Milano odierna, di una città a caccia di rinnovamento, modernità e dinamismo. Una città che, nel tentativo di mantenere il passo con i tempi, si popola di proposte talvolta - ai nostri occhi - bizzarre e assurde, ma innegabilmente ambiziose e coraggiose. 

Di queste idee, eloquenti e suggestive, ci restano immagini e carteggi che vale la pena recuperare. 

 

 

Nella prossima sezione puoi osservare tutto il materiale grafico sui progetti Belloni e Vidali, conservato in Cittadella degli Archivi.

Dove sarebbero? I progetti irrealizzati e la loro collocazione.

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