La casa

La scelta di un elaborato vertente i collegamenti artistici a Psycho sembra trovare una conferma anche in un trailer della pellicola, ideato dallo stesso Hitchcock. Il filmato in questione è visibile integralmente sul canale YouTube del sito di recensioni cinematografiche Rotten Tomatoes e rappresenta uno dei link interessanti per il progetto[1]. In esso, il regista assume un ruolo che oscilla tra quello di una guida museale e di un mistagogo, conducendo lo spettatore attraverso il set e indicando un quadro che raffigura la scena biblica di Susanna aggredita dai vecchioni, sottolineando il profondo significato di quest’immagine, senza rivelarne il motivo[2]. Il termine ‘mistagogo’ ha radici nell’antica Grecia e designava un sacerdote incaricato di istruire gli iniziati. Cicerone, nelle sue Verrine, descrive i mistagoghi come coloro che accompagnano i visitatori stranieri attraverso le opere d’arte degne di nota, presentandole una per una[3]. Nel trailer, Hitchcock, partendo dal cortile, rivela che il motel, teatro di gran parte del suo film, sembra innocuo ma è in realtà la scena di un crimine. Alle sue spalle si erge una casa in stile gotico californiano, con un tetto mansardato tipico dello stile Secondo Impero, che ricorda l’edificio raffigurato da Hopper nel suo dipinto La casa vicino alla ferrovia del 1925. Tra i due edifici, il motel e la casa, quest’ultima risalta particolarmente grazie alla sua struttura verticale che fa da contrasto con l’orizzontalità del motel. È da segnalare che ho utilizzato per la descrizione di tale risorsa una trascrizione del trailer disponibile su The Alfred Hitchcock Wiki[4], un sito non ufficiale dedicato all’omonimo cineasta di origine britannica che possiede anche una pagina dedicata al film del 1960[5]

Sul tema della casa si compone la prima serie nel fondo immaginario. La villa protagonista del film Psycho si trova negli Universal Studios, situati nel quartiere di Studio City, a Los Angeles. Nonostante la produzione originale sia stata della Paramount, l’edificio è diventato attualmente una delle principali attrazioni del tour agli Universal Studios. Invece, le scene negli interni sono state girate in due diversi teatri di posa, quello 18-A e quello Phantom.  Inizialmente, la scenografia era stata costruita esclusivamente a due facciate, ricavate da pezzi di set dismessi, dagli scenografi Joseph Hurley e Robert Clatworthy, probabilmente ispirati al già menzionato quadro di Hopper che a sua stessa volta si rifà ad un edificio reale in stile Folk Victorian, situato a Haverstraw, città nello stato di New York[6]. Col passare del tempo, la casa è diventata una location per altri film, venendo ampliata e ridipinta nel 1963, ma anche smontata e riassemblata per diventare, a partire dal 1964, una meta turistica. Questo aprirebbe un dibattito sull’originalità o meno dell’edificio e sul ruolo della restaurazione artistica, conoscendo anche la posizione di Daverio, scettico nei confronti del restauro conservativo, visto come una contraddizione e fattualmente irrealizzabile. A proposito della magione della famiglia Bates, lo stesso Hitchcock, intervistato da Truffaut, ebbe a dire:

«Credo che l’atmosfera misteriosa sia in una certa misura accidentale; per esempio, nella California del Nord, troverà molte case isolate che assomigliano a quella di Psycho; sono fatte con uno stile che si chiama «gotico californiano»: e quando è decisamente brutto si dice anche: «pan pepato californiano». Non avevo iniziato il lavoro con l’intenzione di ottenere l’atmosfera di un vecchio film dell’orrore Universal, volevo soltanto essere autentico. Ora, in questo non c’è alcun dubbio, la casa è una riproduzione autentica di una casa reale e il motel è anch’esso una copia esatta. Ho scelto questa casa e questo motel perché mi sono reso conto che la storia non avrebbe avuto lo stesso effetto con un bungalow qualsiasi; questo genere di architettura era adatto alla sua atmosfera»[7].

Tra le risorse online più intriganti relative a questo argomento, spiccano diverse fotografie dell’abitazione. Notabili sono alcune immagini della planimetria disponibili su Flickr, una piattaforma dedicata alla condivisione di immagini personali, organizzate in un album relativo a un profilo che sembra appartenere a un ricercatore americano di nome Dennis Dickens[8].

Per quanto riguarda La casa vicino alla ferrovia, è noto che il Museum of Modern Art di New York ne custodisce l’originale. Questo prestigioso istituto ha integrato l’opera nella sua collezione nel 1930, rendendola uno dei suoi primi e più significativi pezzi. È degno di nota che il sito del museo offre due guide audio, una destinata agli adulti e una pensata per i bambini, che forniscono interpretazioni dell’opera[9]. Il quadro risuona il tema della solitudine, che echeggia nella figura di Norman Bates, il personaggio isolato nella sua abitazione e gestore di un motel abbandonato. Il quadro di Hopper evidenzia la ferrovia, che aggiunge un senso di orizzontalità e movimento, simbolo di dinamismo, qui rappresentato però in maniera spoglia e non in contrasto con la staticità dell’edificio, evocando così l’immagine del Bates Motel in rovina. Non a caso, il remake realizzato dal regista indipendente Gus Van Sant si distingue per una fotografia dai colori caldi, simile ai quadri di Hopper, a differenza del bianco e nero dell’originale. Inoltre, il cineasta americano ha scelto di effettuare il suo personale rifacimento inquadratura per inquadratura, con minime variazioni quali quelle cromatiche, che ricordano in modo vago le famose serigrafie di Andy Warhol. Altre differenze includono scene più esplicite e alcuni adattamenti nella sceneggiatura per renderla congruente con l’anno di ambientazione, il 1998. Di conseguenza, il trailer del rifacimento, presente sul canale YouTube del marchio Scream Factory, è stato associato alla risorsa rappresentata dal dipinto di Hopper[10].

 

[1] Psycho (1960) Theatrical Trailer - Alfred Hitchcock Movie, in YouTube, https://www.youtube.com/watch?v=DTJQfFQ40lI, consultato il 23/04/2024.

[2] G. Vitiello, Una visita al Bates Motel,  Adelphi, Milano, 2019, cit., pp. 35-42.

[3] Ivi, p. 35.

[4] Psycho (1960) — trailers, in The Alfred Hitchcock Wiki, https://the.hitchcock.zone/wiki/Psycho_(1960)_-_trailers, consultato il 30/04/2024.

[5] Psycho (1960), in The Alfred Hitchcock Wiki, https://the.hitchcock.zone/wiki/Psycho_(1960), consultato il 30/04/2024.

[6] G. Vitiello, Una visita al Bates Motel, cit., pp. 37-38.

[7] F. Truffaut, Il cinema secondo Hitchcock, traduzione di Giuseppe Ferrari e Francesco Pititto, Il Saggiatore, Milano, 2009, cit., p. 227.

[8] Studio Tour – Psycho House, in Flickr, https://www.flickr.com/photos/universalstonecutter/albums/72157610593734019/, consultato il 19/04/2024.

[9] Edward Hopper, House by the Railroad, 1925, in moma.org, https://www.moma.org/collection/works/78330, consultato il 19/04/2024.

[10] Psycho (1998) - Official Trailer (HD), in YouTube, https://www.youtube.com/watch?v=p0QkvHCfg7w&t=1s, consultato il 17/05/2024.

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